martedì 29 maggio 2018

Lezioni di fotografia #34 - Tempi di esposizione e "mosso" nei teleobiettivi



Con le ottiche di lunga focale si corre costantemente il rischio di ottenere fotografie mosse. Con questi obiettivi, infatti, è molto più visibile il "micromosso" causato dai movimenti del fotografo, che con le ottiche di corta focale possono sfuggire, mentre vengono resi alla minima evidenza crescendo con la focale. A molti sarà capitato di uscire con un binocolo e di verificare quanto sia difficile mantenere l'immagine perfettamente ferma. Per evitare brutte sorprese è sempre consigliato l'uso del treppiede, ma poiché i teleobiettivi sono spesso utilizzati per riprese "al volo" è bene tutelarsi con un tempo di esposizione breve. 
Di regola, si utilizza il tempo che numericamente più si avvicina alla lunghezza focale. 
Ad esempio, con un tele da 200mm si usa 1/250", con un 400mm si usa 1/500" e così via. Un notevole aiuto in questo settore è dato dagli obiettivi stabilizzati che consentono di allungare i tempi di esposizione. In questo tipo di obiettivi, il primo dei quali è stato introdotto da Canon, la composizione del movimento della mano del fotografo viene annullata grazie ad un sistema giroscopico che adatta il sistema ottico rispetto al piano dell'immagine. Questo tipo di tecnica è molto costosa e viene impiegata principalmente negli obiettivi di alta qualità, anche se nel mondo digitale è una tecnologia presente praticamente in tutte le ottiche. Le nomenclature più importanti per lo stabilizzatore sono:

  • Mega OIS di Panasonic;
  • Shake Reduction di Pentax;
  • Super SteadyShot di Sony Alpha (analogico Konica-Minolta);
  • Vibration Reduction di Nikon [VR];
  • Image Stabilizer di Canon.