Insieme a Nikon e Canon, Olympus è una delle marche fotografiche nipponiche che ha plasmato la storia della fotografia. Negli anni ’70, cominciò una vera e propria “corsa” alla miniaturizzazione delle fotocamere, includendo corpi ed accessori sempre più piccoli e maneggevoli.
Il primo brand che arrivò a creare il progetto tanto ambito fu Olympus con la reflex OM-1. Alcuni anni dopo fu seguita dalla rivale Pentax con la MX e, successivamente, anche da tutte le altre marche.
Mi piace molto raccontare la curiosa storia della OM-1: Yoshihisa Maitani, l’inventore di questo sistema, battezzò la nuova arrivata M-1. Tuttavia, a causa della omonimia con la telemetro di casa Wetzlar, Ernst Leitz chiese a Maitani di cambiare immediatamente nomenclatura. Così nacque la OM-1, dove la M stava proprio per Maitani.
La OM-1 fu una vera rivoluzione in campo fotografico: per la prima volta veniva prodotta una reflex dalle dimensioni di una telemetro, senza dover rinunciare alla versatilità che offrono questo tipo di apparecchi. Il successo delle vendite e la lunga dinastia che originò questa macchina, ne sono la conferma più evidente.
Qualità costruttiva
La Olympus OM-1 è una delle reflex più belle e solide con la quale ho avuto il piacere di entrare a contatto.
L’intero corpo è assemblato in maniera esemplare con l’alluminio e l’uso della plastica è limitato a rivestimenti e bottoni. I finimenti sono impreziositi con metallo cromato, senza però evadere dalla pulizia e dalla semplicità delle forme.
Il pentaprisma copre circa il 97% del campo inquadrato, quindi il 2% in più rispetto alla maggior parte dei sistemi reflex concorrenti. È possibile inserire una slitta hot-shoe nell’apposito vano del pentaprisma. I modelli successivi avevano l’accessorio già in dotazione.
I vetrini di messa a fuoco sono intercambiabili a seconda delle esigenze di ripresa e la baionetta è di nuova costruzione Olympus OM.
La scritta MD, posizionata nella parte inferiore della similpelle, identifica questo modello come "Motor Drive", cioè in grado di montare un motore esterno per l'avanzamento automatico della pellicola.
Obiettivo
Questa macchina monta un obiettivo normale (50mm) Zuiko f/1.8. Si tratta di un obiettivo base, dalle qualità nella norma, ma abbastanza performante per collocarlo al di sopra dello standard medio di quel periodo. Si è comportato bene in molte situazioni di ripresa.
Il parco ottiche Zuiko era veramente ampio: esistevano moltissimi obiettivi dalle più svariate lunghezze focali (dai grandangoli spinti ai super teleobiettivi) rendendo questo sistema adatto a tutti i professionisti.
Otturatore
L’otturatore è a tendina a scorrimento orizzontale, quindi costruito in tela. È particolarmente silenzioso e preciso; inoltre limita tantissimo le tanto odiate vibrazioni grazie ad un sistema di cuscinetti interni.
Si tratta di un otturatore completamente meccanico, quindi esente da batterie (queste ultime sono presenti per il solo circuito esposimetrico) e quindi può essere usato a tutti i tempi senza la dipendenza elettronica.
I tempi di otturazione vanno da 1 a 1/1000 di secondo; è presente la posa B. È inoltre possibile fare le doppie esposizioni.
Una caratteristica importante è determinata dalla ghiera dei tempi. Essa non è posta tradizionalmente sulla calotta superiore come la maggior parte delle reflex, bensì proprio a ridosso del bocchettone porta ottiche. Questa caratteristica accomunerà molte macchine successive del sistema Olympus, distinguendole dalle scelte comuni della concorrenza.
Al posto della tradizionale ghiera dei tempi è stato inserito un selettore degli ISO (25-1600).
Pro
Davvero un’ottima macchina, forse una delle migliori reflex analogiche mai prodotte. La qualità nipponica è eccelsa, ottime le rifiniture e altrettanto ottime le performance. L’otturatore è silenzioso e precisissimo, non sbaglia mai un colpo.
Buono il “cinquantino” in dotazione, ma ho sentito parlare molto bene anche dello Zuiko 50mm f/1.4.
Per i più smaliziati esistono anche numerosi accessori dedicati, come i motor winder e grip, anche se personalmente non vedo questi elementi di fondamentale importanza.
Contro
Ho trovato un solo elemento a sfavore di questa macchina: l’esposimetro è alimentato con batterie al mercurio da 1,3V. Quest'ultimo è attivabile posizionando su ON la levetta dedicata.
Ribadisco che esistono in commercio i corrispettivi zinco-aria, anche se trovo alquanto fastidioso dover adattare elementi che non sono propri di questa fotocamera. Sul web ho letto che molti hanno usato delle comuni batterie all’ossido di argento, ma chiunque voglia provare questa strada lo fa a suo rischio e pericolo: un voltaggio differente potrebbe provocare seri danni ai circuiti elettronici.
Specifiche tecniche
- Produttore: Olympus Optical Co. (Giappone)
- Otturatore: A tendina orizzontale 1-1/1000; B; esposizioni multiple.
- Syncro-X: 1/60
- Lente: Baionetta Olympus OM; Zuiko 50mm f/1.8
- Sistema di messa a fuoco: Manuale
- Mirino: Reflex (97%)
- Alimentazione: 2 batterie 1,3V (Mercurio)
- Film: 135
- Esposimetro: TTL CdS ad ago
- Autoscatto: Si
- Colorazioni: Silver e Black
- Note particolari: Ampio range di accessori.
Olympus OM101 (1988)
Ho iniziato a parlare della mitica serie OM con il primissimo modello, vale a dire l’Olympus OM-1. Allora perché non chiudere con l’ultimo?
L’Olympus OM101 è stata infatti l’ultima fotocamera del sistema OM, che per oltre vent’anni ha costituito uno standard qualitativo estremamente elevato.
Segnalo per correttezza che la OM101 non è stata proprio l’ultima protagonista di questa saga: nel 1997 venne lanciata l’Olympus OM2000, che era essenzialmente una reflex Cosina rimarcata Olympus. Essa non aveva nulla a che vedere con il glorioso sistema OM, ma in verità nemmeno la OM101: vediamo perché.
Qualità costruttiva
Olympus ci aveva sempre abituati a fotocamere di ottima qualità costruttiva e dalle performance piuttosto elevate.
Purtroppo, verso la metà degli anni ’80 la qualità di queste reflex giapponesi era alquanto scemata, forse a causa dell’aumento del costo della manodopera e della concorrenza interna (Nikon e Canon in primis). In realtà questa è solo un'ipotesi in quanto le altre marche continuarono a produrre macchine di qualità ma a prezzi sempre meno accessibili.
Gli anni ’80 favorirono il boom dell’automatismo in campo fotografico e allo stesso tempo si cercava di sposare un design sempre più moderno, sinuoso e meno spigoloso. Olympus ha interpretato questa tendenza con la OM101: una reflex piena di automatismi e dalle linee decisamente più moderne.
Il corpo è totalmente costruito in plastica - in verità non di alta qualità - che a distanza di anni mostra già i segni del tempo. Questa lacuna viene assorbita da altri due elementi a favore: innanzitutto il rivestimento gommato anti usura e soprattutto l’ottima ergonomia dell’impugnatura.
Come ho già detto, la Olympus OM101 gode di un elevato numero di automatismi. A cominciare dal calcolo automatico dell’esposizione, si finisce per parlare di un interessante invenzione relativa alla messa a fuoco: il "power focus".
Non si tratta propriamente di un sistema di messa a fuoco automatica, ma ne eredita alcuni elementi come ad esempio la comunicazione elettronica con il corpo macchina.
Ruotando la ghiera posizionata sul retro, l’obiettivo risponde avvicinando o allontanando il gruppo ottico al piano focale.
Altra caratteristica interessante del corpo è l’automatismo per il controluce: premendo sul pulsante “Back Light” il circuito esposimetrico 'sistema' i valori per ottenere una foto ottimale.
Ultima caratteristica da segnalare è la possibilità di montare il “Manual Adapter”, un dispositivo che permette alla fotocamera di essere utilizzata anche in modalità manuale (impostando tempi e diaframmi a discrezione dell'utente).
Obiettivo
Nonostante la baionetta sia la solita Olympus OM, i contatti elettronici così come la nuova progettazione delle caratteristiche ottico-meccaniche, rendono la retro-compatibilità con i vecchi Zuiko alquanto limitata.
Ho provato ad innestare uno Zuiko 50mm f/1.8 manual focus sul corpo macchina: l’ottica è ben ancorata ma ho riscontrato difficoltà a computare le informazioni ricavate dalla fotocamera con l’obiettivo.
In occasione del lancio della OM101, Olympus mise in commercio una nuova - e limitata - linea di obiettivi denominati Zuiko Power Focus, che però non vantavano nemmeno minimamente la qualità dei loro predecessori. La stessa cosa vale per il “cinquantino” fornito con questa macchina.
Otturatore
L’otturatore è ovviamente elettronico a tendina verticale. Offre tempi di otturazione da 1 a 1/2000 di secondo. Funziona bene ed in maniera precisa, però le vibrazioni prodotte dallo specchio sono (circa) doppie rispetto a quelle di una OM-1.
Pro
Si tratta di una macchina piuttosto buona a livello prestazionale, ma non ha nulla a che vedere con le sue antenate; stessa cosa vale per il nome che porta: sicuramente è una buona reflex amatoriale, ma non professionale e ne tantomeno degna di chiamarsi OM.
Il prezzo contenuto - circa 50€ - la rende comunque un prodotto interessante.
Contro
Il corpo è decisamente troppo “plasticoso”: la costruzione non è delle migliori, così come la scelta discutibile di inserire un Manual Adapter opzionale invece che di serie.
Specifiche tecniche
- Produttore: Olympus Optical Co. (Giappone)
- Otturatore: A tendina verticale 1-1/2000; B.
- Syncro-X: 1/125
- Lente: Baionetta Olympus OM PF; Zuiko 50mm f/2 (Power Focus)
- Sistema di messa a fuoco: Assistita
- Mirino: Reflex (95%)
- Alimentazione: 4 batterie mini stilo (AAA)
- Film: 135
- Esposimetro: TTL CdS a LED
- Autoscatto: Si
- Colorazioni: Black
- Note particolari: La Olympus OM101 si può trovare anche sotto il nome di OM88, destinata al mercato americano.
Bellissima la OM-1, è una 35mm veramente piacevole da utilizzare!
RispondiEliminaBello questo sito Federico, complimenti. Io sono un OLIMPUS dipendente possiedo una splendida OM 1 della fine degli anni settanta, conservata come un tesoro, pur essendo passato al digitale, sempre OLIMPUS prima E- 450 reflex 4/3 possiedo anche una OM D è favolosa come era favolosa la OM 1. Ho venduto tutte le vecchie macchine fotografiche ad esclusione della mia OLIMPUS OM 1 ed il corredo di ottiche. Per me è la reflex più bella di tutti i tempi! La porto sempre con me insieme alle digitali e scatto almeno 4/5 rulli l'anno. Ciao Antonello
RispondiEliminaBell'articolo, io uso una OM1n a pellicola e una EM5 II digitale e messe vicine sembrano sorelle. Tutt'oggi scatto felicemente una decina di pellicole all'anno tra colore e bianco e nero. La om1 non mi ha mai tradito e la uso con il 28 2.8 , il 50 1.4 e il 100 2.8 traendo grandi soddisfazioni. Peccato per il costo di stampa e sviluppo che non riesco più a fare a casa ma sono costi abbordabili e non proibitivi.
RispondiEliminaCiao, ti ringrazio per l'interesse.
EliminaLa OM1n è senza dubbio una delle migliori reflex 35mm mai costruite; negli ultimi anni i costi di sviluppo e stampa sono effettivamente lievitati ma le statistiche prevedono che nel medio periodo sono destinati a scemare per via dell'interesse sempre maggiore verso l'analogico.
Ciao, Federico
Buongiorno, è possibile utilizzare gli obiettivi della om 101 su una sony alpha 7II
RispondiEliminaCiao,
Eliminapurtroppo non sono pratico delle fotocamere digitali, però posso dirti che in commercio esistono degli anelli adattatori che permettono di utilizzare ottiche non-proprietarie con sistemi differenti. Il sistema "power-focus" della Olympus OM101 ebbe scarso successo, la ricerca di un adattatore potrebbe essere difficile ma il web offre grandi possibilità. Buona ricerca.
Ciao, Federico
Carissimi Tutti grazie per precisi commenti. Possiedo sia OM1 che OM 101. É un poco come avere in garage una Ferrari e uno spiderino Alfa Romeo. A volte piace rinunciare al massimo (peraltro impegnativo) per rilassarsi con spensieratezza (dopotutto OM 101 può considerarsi una raffinata Point and Shoot). Ho varie fotocamere, quasi tutte a pellicola, e mi divertono tutte....senza ansia di dover fare la foto piu bella. Cordiali saluti a Tutti e grazie per il bellissimo sito
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