“La macchina dell’Arte”. Così veniva chiamata la Minolta XD-7 dalle pubblicità dell’epoca. E in effetti qualcosa di artistico questa nipponica proprio ce l’ha, non a caso l’illustre casa tedesca scelse questo modello per la costruzione della sua R4. Molti troveranno il pretesto per dire che la R4 è stato un flop di Leica eccetera, eccetera, ma non è questa la sede per parlare (o sparlare) delle reflex di casa Wetzlar.
Arte o non arte, sta di fatto che questa XD-7 fu un grandissimo successo commerciale per la Minolta, la quale scelse di produrre le sorelline minori seguendo la stessa filosofia costruttiva. Conosciamola un po’ meglio...
La Minolta XD-7 è una reflex di ottima fattura. L’alluminio domina incontrastato in ogni parte della macchina; la calotta è davvero solida e ben assemblata. Rispetto a macchine simili, come ad esempio la Canon AE-1, la costruzione mi è parsa più massiccia.
L’ergonomia è buona, non ottima, ma per una reflex nipponica degli anni Settanta rimane nella norma. La leva di caricamento è più ingombrante rispetto a quelle delle altre reflex della stessa categoria, ma ciò suggerisce una migliore ergonomia e una migliore qualità di assemblaggio.
La plastica è scarsamente impiegata, se non per il rivestimento delle ghiere e qualche pulsantino isolato sulla calotta. Come detto, i materiali ferrosi dominano lo chassis della Minolta. Detesto ammetterlo, ma in un assemblaggio così ben curato una nota negativa va annoverata alla similpelle. La qualità è davvero scadente; non è raro incontrare modelli con il rivestimento scollato e usurato. Fortunatamente, questa XD-7 non ha sofferto il passare degli anni.
Il mirino è bello e luminoso, con una copertura del 94% del campo inquadrato. Sono visualizzati tutti i tempi di scatto e il diaframma selezionato, nonché il tempo di otturazione. Il tempo in uso dall’otturatore è segnalato con un piccolo LED rosso. Una pratica leva permette di oscurare la visione del pentaprisma.
Il modello è predisposto per il motor-winder "D" (per gli scatti a raffica) nonché per gli hand-grip dedicati e accessori simili.
La macchina gode di tutti gli automatismi più importanti, tra cui:
- A Auto - Aperture priority (priorità di diaframmi);
- S Auto - Time priority (priorità di tempi);
- M - Manual (modalità manuale).
Non manca proprio nulla per il professionista più esigente... forse, solo l’autofocus!
L’obiettivo in dotazione con la XD-7 non è il classico cinquantino che troviamo in quasi tutte le reflex d’epoca, bensì un MD Rokkor 45mm f/2. Non ho avuto un’esperienza diretta con quest’ottica, ma facendo un giretto su internet quel poco che ho trovato sembra positivo.
Le ottiche Rokkor sono sempre stati dei buoni affari, specialmente per la nitidezza, forse un po’ meno per la saturazione.
L’otturatore montato da questa Minolta è un Seiko MFC-E a scorrimento verticale controllato elettronicamente. È il medesimo che monta la Leica R4, ma anche da macchine sensibilmente più recenti, come le Voigtländer Bessa o la Zeiss Ikon SW/ZM (con l'implementazione del range fino a 1/2000 di secondo).
Per funzionare necessita di batterie, ma esiste un tempo di sicurezza (pari ad 1/100”) che funziona anche con batterie scariche o assenti.
I tempi di otturazione vanno da 1 a 1/1000 di secondo; presente la posa B e il Syncro-X a 1/100”. È presente anche una pratica ghiera per la compensazione dell’esposizione.
La Minolta XD-7 è una fotocamera di grande pregio e di grande qualità costruttiva. Adotta tutti gli automatismi più utilizzati in fotografia e si può ritenere una reflex davvero completa.
Gli accessori disponibili e gli obiettivi Rokkor completano questo quadro in maniera positiva. Se una big della fotografia come Leica (a quel tempo Leitz) scelse questa macchina un motivo ci deve essere pur stato! Maliziosi e critici a parte...
Contro
Come ho già sottolineato la qualità del rivestimento è davvero carente. Un vero peccato perché la macchina si può definire ottima mentre la similpelle pessima.
- Produttore: Minolta Co. Ltd. (Giappone)
- Otturatore: Tipo centrale modello "Seiko MFC-E" (Metal Focal Plane Compact Electronic)" 1-1/1000; B.
- Syncro-X: 1/100
- Lente: Baionetta Minolta MD; Minolta MD Rokkor 45mm f/2
- Sistema di messa a fuoco: Manuale
- Mirino: Reflex 94%
- Alimentazione: 2 batterie LR44
- Film: 135
- Esposimetro: TTL CdS LED
- Autoscatto: Si
- Colorazioni: Silver e Black
- Note particolari: La versione giapponese fu chiamata XD, quella americana XD-11 e quella europea XD-7. Non esistono variazioni a livello tecnico.
Minolta Hi-Matic F (1972)
Già a partire dagli ultimi anni del decennio precedente, alcune industrie fotografiche come la blosata Zeiss Ikon, avevano introdotto nelle loro macchine circuiti elettronici capaci di calcolare l'esposizione e di comandare l'azione dell'otturatore. Un valido esempio è dato dalla Contaflex S.
Ma in questa sede, parleremo di una piccola e formidabile telemetro degli anni '70: la Minolta Hi-Matic F.
Qualità costruttiva
Questa Minolta gode di una pregevole scocca in alluminio, con un limitato uso di materie plastiche. L'assemblaggio è di tutto rispetto alludendo ad un concetto di longevità nei confronti dell'usura.
Una critica che devo muovere a questa fotocamera è forse riferita al rivestimento esterno. La similpelle non rispecchia gli stessi canoni di durabilità del resto della fotocamera e in alcuni punti tende leggermente a scollarsi.
Il mirino (galileiano) è ampio e luminoso, anche se il punto di messa a fuoco telemetrica risulta un po troppo piccolo.
Il simbolo E seguito dal logo dell'atomo indica la presenza di automatismi legati all'elettronica. Altre fotocamere esponevano questo tratto distintivo, come per esempio la Yashica Electro 35.
Ghiere, pulsanti e leve sono ben proporzionati alle dimensioni della macchina e l'ergonomia risulta davvero buona nonostante le linee spigolose della calotta.
Vicino al pulsante di scatto, è presente un LED rosso che quando si illumina indica che la fotocamera è pronta per essere utilizzata.
Qualità costruttiva
Questa Minolta gode di una pregevole scocca in alluminio, con un limitato uso di materie plastiche. L'assemblaggio è di tutto rispetto alludendo ad un concetto di longevità nei confronti dell'usura.
Una critica che devo muovere a questa fotocamera è forse riferita al rivestimento esterno. La similpelle non rispecchia gli stessi canoni di durabilità del resto della fotocamera e in alcuni punti tende leggermente a scollarsi.
Il mirino (galileiano) è ampio e luminoso, anche se il punto di messa a fuoco telemetrica risulta un po troppo piccolo.
Il simbolo E seguito dal logo dell'atomo indica la presenza di automatismi legati all'elettronica. Altre fotocamere esponevano questo tratto distintivo, come per esempio la Yashica Electro 35.
Ghiere, pulsanti e leve sono ben proporzionati alle dimensioni della macchina e l'ergonomia risulta davvero buona nonostante le linee spigolose della calotta.
Vicino al pulsante di scatto, è presente un LED rosso che quando si illumina indica che la fotocamera è pronta per essere utilizzata.
Obiettivo
Il Rokkor 38mm f/2.7 è un medio grandangolo dalle ottime performance.
Grazie alla costruzione semplice da 4 lenti in 2 gruppi rende l'assemblaggio del barilotto compatto e sottile.
L'obiettivo si comporta bene nella maggior parte delle situazione di ripresa. Unica critica, quando scatto a ISO molto bassi (ad esempio 60), l'esposimetro tende chiudere in maniera troppo netta le lamelle del diaframma. Il risultato è una foto leggermente sottoesposta.
Grazie alla costruzione semplice da 4 lenti in 2 gruppi rende l'assemblaggio del barilotto compatto e sottile.
L'obiettivo si comporta bene nella maggior parte delle situazione di ripresa. Unica critica, quando scatto a ISO molto bassi (ad esempio 60), l'esposimetro tende chiudere in maniera troppo netta le lamelle del diaframma. Il risultato è una foto leggermente sottoesposta.
Otturatore
La Minolta Hi-Matic F monta un otturatore Seiko ESL di tipo centrale, totalmente dipendente dalle batterie. Ciò significa che in assenza di quest'ultime la fotocamera è inutilizzabile.
L'otturatore funziona con 2 batterie RM-640 al mercurio, oggi sostituibili con batterie zinco-aria compatibili, o con un semplice metodo di adattamento delle comuni batterie all'ossido d'argento. I tempi vanno da 4 a 1/724 di secondo con il Syncro-X a 1/20. Quest'ultimo mi pare davvero un tempo ridicolo anche se utilizzato in syncro con un flash.
La fotocamera offre anche la possibilità di modificare gli ISO della pellicola, che andranno poi a concorrere alla giusta esposizione con l'otturatore.
Il range varia da un minimo di 25 fino ad un massimo di 500 ISO.
Pro
Stiamo parlando di una macchinetta a telemetro dalle dimensioni eccezionali: 113 x 73 x 54 mm. Sta tranquillamente stesa nel palmo della mia mano e ricordo che non si tratta di una "spy" camera 110, bensì di una comunissima 35mm.
Ottima la finitura così come la precisione dell'otturatore Seiko in abbinata al Rokkor 38mm f/2.7. Il prezzo di questa macchina è accessibile: viaggia tra i 40€ e 60€.
Contro
L'impiego di un sistema elettronico per il controllo dell'otturatore è abbastanza fastidioso. Ciò significa dover utilizzare obbligatoriamente le batterie, specialmente in questo caso che vengono richieste le RM-640 (o PX-640) al mercurio. I corrispondenti odierni si trovano solo in negozi specializzati o, in alternativa, su internet.
Altra nota tecnica: manca l'autoscatto; un vero peccato per una macchinetta dalle simili prestazioni.
Specifiche tecniche
L'otturatore funziona con 2 batterie RM-640 al mercurio, oggi sostituibili con batterie zinco-aria compatibili, o con un semplice metodo di adattamento delle comuni batterie all'ossido d'argento. I tempi vanno da 4 a 1/724 di secondo con il Syncro-X a 1/20. Quest'ultimo mi pare davvero un tempo ridicolo anche se utilizzato in syncro con un flash.
La fotocamera offre anche la possibilità di modificare gli ISO della pellicola, che andranno poi a concorrere alla giusta esposizione con l'otturatore.
Il range varia da un minimo di 25 fino ad un massimo di 500 ISO.
Pro
Stiamo parlando di una macchinetta a telemetro dalle dimensioni eccezionali: 113 x 73 x 54 mm. Sta tranquillamente stesa nel palmo della mia mano e ricordo che non si tratta di una "spy" camera 110, bensì di una comunissima 35mm.
Ottima la finitura così come la precisione dell'otturatore Seiko in abbinata al Rokkor 38mm f/2.7. Il prezzo di questa macchina è accessibile: viaggia tra i 40€ e 60€.
Contro
L'impiego di un sistema elettronico per il controllo dell'otturatore è abbastanza fastidioso. Ciò significa dover utilizzare obbligatoriamente le batterie, specialmente in questo caso che vengono richieste le RM-640 (o PX-640) al mercurio. I corrispondenti odierni si trovano solo in negozi specializzati o, in alternativa, su internet.
Altra nota tecnica: manca l'autoscatto; un vero peccato per una macchinetta dalle simili prestazioni.
Specifiche tecniche
- Produttore: Minolta Co. Ltd. (Giappone)
- Otturatore: Tipo centrale modello "Seiko ESL" 1/4-1/724; B.
- Syncro-X: 1/20
- Lente: Minolta Rokkor 38mm f/2.7
- Sistema di messa a fuoco: Telemetro
- Mirino: Galileiano
- Alimentazione: Tipo RM-640 (Mercurio)
- Film: 135
- Esposimetro: Al solfuro di cadmio (CdS) accoppiato all'otturatore
- Autoscatto: Nessuno
- Colorazioni: Silver e Black
- Note particolari: La versione Black era denominata FP, dove P stava per Professional. Non esistono di fatto differenze a livello tecnico.
Minolta Weathermatic 35 DL (1987)
Gli anni ’80, furono per il settore fotografico anni di proficua attività, specialmente nei campi professionali e amatoriali.
È il caso della Minolta Weathermatic 35 DL, una compatta pensata e studiata per condizioni climatiche estreme. Grazie al suo rivestimento in plastica impermeabile, questa compatta (compatta in realtà è un modo di dire) offre la possibilità di essere immersa in acqua fino ad una profondità di 0.75 m.
Fu pensata sostanzialmente per immortalare le foto in località marittime o in situazioni climatiche dove i circuiti elettronici delle fotocamere tradizionali cominciavano a mostrare incertezze di funzionamento.
Gli anni ’80, furono per il settore fotografico anni di proficua attività, specialmente nei campi professionali e amatoriali.
È il caso della Minolta Weathermatic 35 DL, una compatta pensata e studiata per condizioni climatiche estreme. Grazie al suo rivestimento in plastica impermeabile, questa compatta (compatta in realtà è un modo di dire) offre la possibilità di essere immersa in acqua fino ad una profondità di 0.75 m.
Fu pensata sostanzialmente per immortalare le foto in località marittime o in situazioni climatiche dove i circuiti elettronici delle fotocamere tradizionali cominciavano a mostrare incertezze di funzionamento.
Qualità costruttiva
La Minolta Weathermatic è appositamente progettata per avere una scocca resistente a urti, liquidi e danni accidentali.
Sicuramente non brilla per la sua estetica, ma l’azienda ha voluto puntare tutto sull’efficienza e la funzionalità della fotocamera. Il colore giallo è stato scelto probabilmente per la sua evidenza, in stretta relazione ai luoghi di utilizzo della macchina.
Nonostante la costruzione massiccia, il peso è relativamente contenuto: 275g senza batterie. Possiede un flash integrato (in verità un po’ troppo potente) e il trascinamento della pellicola è, ovviamente, motorizzato.
L’autofocus deriva dalla Minolta AF-DL che, di fatto, eredita tutta l’elettronica. Si può quindi dire che la Minolta Weathermatic non è altro che una Minolta AF-DL ri-carrozzata.
Obiettivo
L’obiettivo ha la particolarità di avere due lunghezze focali distinte: 35mm f/3,5 e 50mm f/5,6. È possibile passare da una lunghezza focale all’altra premendo il tasto di fianco al conta pose.
L’ottica è protetta da uno speciale vetro rettangolare, che evita le infiltrazioni d’acqua durante le immersioni. Un punto a favore di questo sistema, è che il vetro non soffre di appannamento.
Con la pressione del tasto macro (nel retro) è possibile scattare primi piani molto ravvicinati.
Otturatore
L’otturatore è di tipo centrale controllato elettronicamente ed accoppiato al sistema esposimetrico. Quest’ultimo funziona solo con pellicole da 100 e 400 ISO.
L’intero sistema è alimentato da 4 comuni batterie tipo AAA. Non sono riuscito a trovare informazioni sul produttore dell’otturatore o ai tempi di otturazione.
L’otturatore è di tipo centrale controllato elettronicamente ed accoppiato al sistema esposimetrico. Quest’ultimo funziona solo con pellicole da 100 e 400 ISO.
L’intero sistema è alimentato da 4 comuni batterie tipo AAA. Non sono riuscito a trovare informazioni sul produttore dell’otturatore o ai tempi di otturazione.
Pro
Sicuramente una macchina estremamente robusta, pensata per funzionare sempre e senza incertezze. È un piccolo carro armato dalle prestazioni più che buone.
Contro
Il design è rimasto ad uno stadio primitivo: avrebbe avuto bisogno di uno studio più approfondito almeno a livello ergonomico.
Specifiche tecniche
- Produttore: Konica-Minolta Co. Ltd. (Giappone)
- Otturatore: Tipo centrale, marca sconosciuta. Tempi di otturazione sconosciuti.
- Syncro-X: Sconosciuto
- Lente: Doppia lente da 35mm f/3,5 e 50mm f/5,6
- Sistema di messa a fuoco: Autofocus
- Mirino: Galileiano (con cornice per il 35mm e il 50mm).
- Alimentazione: 4 batterie mini stilo (AAA)
- Film: 135
- Esposimetro: Al solfuro di cadmio (CdS)
- Autoscatto: Nessuno
- Colorazioni: Giallo
- Note particolari: Particolarmente indicata per condizioni climatiche critiche.
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