giovedì 17 novembre 2016

Lezioni di fotografia #28 - Messa a fuoco

Il prototipo della Leica CK2 presentata al Photokina del 1976. Si tratta di una Leica SL2 con una modifica all'ottica che permetteva una rudimentale messa a fuoco a contrasto senza intervento manuale.


La regolazione della messa a fuoco costituisce un momento fondamentale del processo fotografico. Nei sistemi di riproduzione come gli ingranditori ed i proiettori, si tratta di vedere al meglio quanto già registrato su pellicola e vi è un solo punto dove si ottiene la perfetta messa a fuoco. In ripresa, invece, in un contesto tridimensionale, il soggetto principale può trovarsi a pochi centimetri come ad alcuni chilometri di distanza, per cui spetta al fotografo la scelta del punto principale di messa a fuoco. I sistemi per ottenerla dipendono dalle caratteristiche costruttive dell'apparecchio utilizzato. Se l'ottica ha una costruzione fissa, come negli apparecchi di medio formato, per mettere a fuoco si deve agire su una manopola che avvicina o allontana l'obiettivo rispetto alla pellicola. Nel caso più frequente, invece, la messa a fuoco avviene ruotando una ghiera posta sul barilotto che modifica la distanza tra le lenti dell'obiettivo rispetto alla pellicola. Visivamente, l'obiettivo apparirà più compatto se regolato all'infinito (simbolo: ∞) mentre più esteso per quanto riguarda le riprese ravvicinate. 


Il simbolo dell'infinito su un obiettivo Nikkor. Fonte: Kenrockwell.com


A partire dai primi anni '80 del secolo scorso, si è affermato il sistema autofocus che riguarda quasi la totalità delle ottiche di ultima generazione (e non solo per il 35mm). Il punto di forza di questi obiettivi sta nella velocità delle operazioni, consentendo tra l'altro la messa a fuoco continua automatica anche di soggetti in movimento. Di scarsa utilità nelle riprese in studio possono risultare determinanti nel reportage. Rispetto ai primi modelli che mettevano a fuoco esclusivamente al centro, nei più recenti il soggetto può anche essere decentrato. I sistemi adottati possono differire a seconda del produttore. I più sofisticati prevedono l'utilizzo di un motore interno all'obiettivo, perfettamente calibrato per quel tipo di ottica, in altri la motorizzazione fa parte del corpo macchina.

La messa a fuoco si ottiene semplicemente premendo a metà il pulsante di scatto (mezza pressione). In tutte queste ottiche è comunque prevista la possibilità di escludere l'automatismo per consentire la messa a fuoco manuale, utile nei casi in cui l'apparecchio non sia in grado di eseguire l'operazione (ridotta luminosità, contrasto basso del soggetto, ecc.).