Bencini

CMF Bencini Comet I (1948)




Rispetto alla Germania e al Giappone, l'Italia non fu mai all'avanguardia tra i costruttori di apparecchi fotografici. Tuttavia, marche come Bencini e Closter costituirono l'entrata dell'Italia nel settore fotografico e nonostante le performance limitate dei loro prodotti svolsero i loro compiti "a testa alta": le esportazioni estere delle fotocamere Bencini tra il 1950 e il 1960 ne sono la conferma.
Oggi parleremo di un piccolo apparecchio prodotto dalla milanese CMF Bencini (Costruzioni Meccanico-Fotografiche) nella prima metà degli anni '50: la Comet. 
È molto probabile che tra i cimeli di famiglia vi imbattiate in una fotocamera Bencini. Negli anni '50, infatti, le Comet erano davvero molto, molto popolari tra famiglie italiane e la quantità elevata di modelli pervenuti fino ad oggi testimoniano orgogliosamente il nostro Made in Italy.




Qualità costruttiva
La Bencini Comet è davvero un gioiello dal punto di vista costruttivo. Il corpo è interamente realizzato in alluminio pressofuso in monoscocca assicurando una solidità e una resistenza senza eguali.
Le sue dimensioni compatte permettono la massima portabilità e leggerezza: la Comet si distingue dalla concorrenza per l'ottima sincronia tra ergonomia e facilità d'uso. Il peso è estremamente contenuto, parliamo di circa 249g. 
Sulla calotta superiore sono presenti, oltre che al pulsante di scatto, anche le ghiere per l'avanzamento del film e la targhetta che identifica il modello. In modelli più recenti quest'ultima fu sostituita dalla slitta porta flash. 
Nella parte frontale troviamo la scritta Comet pantografata e naturalmente il mirino di tipo galileiano: ricordiamo che la Bencini resta pur sempre una macchina piuttosto economica, quindi non possiede alcun sistema di messa a fuoco assistita dal telemetro.
La Comet è compatibile rullini 127, un formato economico introdotto da Kodak nel 1912. Questo nuovo formato si collocava a metà strada tra il 35mm e il 120 e permetteva l'assemblaggio di corpi macchina più compatti e di facile costruzione. Il 127 cominciò a declinare negli anni '70, quando presero il sopravvento i così detti rullini "Cartridge" introdotti dalla Kodak. Oggi il 127 sopravvive come prodotto di nicchia grazie alla tedesca Rollei ed un altro numero limitatissimo di produttori.




Obiettivo
L'obiettivo della Comet copre un angolo di visione di circa 55mm e il diaframma è fisso ad f/11. Dalle fonti non ci è concesso sapere chi fabbricava le lenti, se la stessa Bencini oppure se l'azienda si affidasse ad un costruttore esterno. In quest'ultimo caso è plausibile l'intervento delle Officine Galileo di Firenze.
La messa a fuoco manuale si effettua ruotando la piccola ghiera posta sull'obiettivo, in verità assai minuta e non molto comoda.





Otturatore
L'otturatore offre soltanto due tempi di posa: lo scatto normale a 1/30 di secondo e la posa B. Il meccanismo, non necessita di batterie per il corretto funzionamento. 
Essendo inoltre svincolato dal trascinamento della pellicola, è possibile effettuare doppie esposizioni ri-premendo semplicemente il pulsante di scatto.




Pro
Per chi ama i prodotti "Made in Italy" la Bencini Comet è quello che fa per lui: una fotocamera solida e ben costruita, forse un po' limitata a livello prestazionale, ma resta pur sempre una fotocamera "per il popolo".





Contro
La Comet non offre prestazioni elevate: il tempo e il diaframma fissi, così come l'impiego di un formato pellicola difficile da reperire la rendono un oggetto adatto più al collezionista che al fotoamatore. 
Un'altra caratteristica a sfavore è sicuramente il mirino: è formato da un buco piccolissimo e ciò lo rende davvero poco utlizzabile.





Specifiche tecniche
  • Produttore: CMF Bencini (Italia)
  • Otturatore: Tempo fisso a 1/30; B; Esposizioni Multiple
  • Syncro-X: Nessuno
  • Lente: 55mm f/11, produttore sconosciuto
  • Sistema di messa a fuoco: Manuale
  • Mirino: Galileiano
  • Alimentazione: Nessuna
  • Film: 127
  • Esposimetro: Nessuno
  • Autoscatto: Nessuno
  • Colorazioni: Silver
  • Note particolari: Pregevole la costruzione monoscocca.



CMF Bencini Comet II (1951)






Il boom economico degli anni ’50 portò l’industria fotografica in proficua attività produttiva anche in Italia. Nella scorsa puntata abbiamo conosciuto la piccola Comet prodotta dalla Bencini proprio in quegli anni e oggi conosceremo la sua erede: la Comet II.





 

Qualità costruttiva
Se il cavallo di battaglia della Comet era la sua ottima qualità della scocca, è altrettanto vero che la Bencini ha fatto un lavoro ancora migliore con la Comet II.
Le dimensioni sono leggermente più grandi rispetto al vecchio modello, ma stiamo parlando di pochi millimetri  guadagnati in altezza.
L’ergonomia è restata pressoché invariata, così come la linea del telaio e delle altre parti. Le uniche variazioni riguardano piccoli particolari che vi elenco:

  • La ghiera di avanzamento del film è ora completamente liscia (non sono visibili viti o bulloni che la fissano alla scocca);
  • Al posto della targhetta identificativa è stata inserita la slitta per il flash a bulbo;
  • Sul fronte è presente un rettangolo livellato per facilitare la presa con le dita;
  • Il rivestimento in similpelle è stato reso più resistente e meno soggetto all’usura.
A livello tecnico la Comet II mantiene inalterata la prestazione meccanica presente sul modello precedente. Da segnalare solo una piccola implementazione nel tempo di posa passato da 1/30 a 1/50 di secondo.




Obiettivo
La vera novità della Comet II è costituita proprio dall’obiettivo.
Questa volta la Bencini ha voluto sostituire il barilotto precedente con uno completamente nuovo: per scattare una fotografia è necessario estrarlo e farlo ruotare leggermente verso destra (non si può non pensare all'Eliog delle Officine Galileo)
fino a quando il pulsante di scatto non tocca sulla levetta di otturazione.
Una soluzione analoga con l’obiettivo retrattile fu adottata dal colosso di Wetzlar con il suo mitico Elmar già nel 1925.
Il barilotto è totalmente costruito in ferro cromato e questa volta la ghiera di messa a fuoco è più ergonomica e con i valori distanziometrici più evidenti.
Una volta estratto l'intero obiettivo misura circa 5cm, cioè l'altezza di un comune omino Lego.





Otturatore
Come ho già detto in precedenza, la Comet II eredita molti elementi dalla sorella maggiore, per cui anche l’otturatore resta il medesimo ma questa volta è stato velocizzato (1/50 + B contro 1/30 + B della Comet I).





Pro
Rispetto alla Comet I, la II incorpora una maggiore cura costruttiva, per altro già ottima nel modello precedente. A livello prestazionale siamo rimasti più o meno allo stesso livello ma nonostante ciò mi sento di consigliare a maggior ragione la II piuttosto che il modello originale.
In foto è mostrata la Bencini di mio nonno che ha orgogliosamente mantenuto in un stato impeccabile per oltre cinquant’anni.





Contro
Gli aspetti negativi della Comet II sono i medesimi della Comet I, vi rimando quindi all’articolo precedente per l’approfondimento.

Specifiche tecniche

  • Produttore: CMF Bencini (Italia)
  • Otturatore: Tempo fisso a 1/50; B; Esposizioni Multiple
  • Syncro-X: 1/50
  • Lente: 55mm f/11, produttore sconosciuto
  • Sistema di messa a fuoco: Manuale
  • Mirino: Galileiano
  • Alimentazione: Nessuna
  • Film: 127
  • Esposimetro: Nessuno
  • Autoscatto: Nessuno
  • Colorazioni: Silver
  • Note particolari: L’obiettivo è retrattile assicurando maggiore portabilità.





4 commenti:

  1. Ho vinto all'asta una Bencini Comet II e mi sono procurato con un po' di fortuna un 127 ELKE R100 b/n.Ho scattato solo 8 foto delle 16 possibili,perchè non mi sono accorto che sulla Bencini figurano due traguardi del numero della pellicola:su ogni numero bisogna scattare due volte,la prima sul primo traguardo e la seconda sul seco
    ndo traguardo.Le foto sono risultate piu' che soddisfacenti.Ho continuato con diversi altri 127 !

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    1. Buongiorno, può gentilmente farmi sapere dove ha trovato il rullino 127? Mi piacerebbe usare, dopo moltissimi anni, la Comet II che mio padre mi regalò quando avevo 11 anni. Ho avuto grande cura della mia Comet e vorrei rimetterla in funzione. Grazie per la risposta che vorrà darmi. Cordialmente, Anna Di Leo

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    2. a Roma da Romana Fotografia o da Sabatini o da Ars Imago pellicole RARAPAN 100

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  2. fa piacere ogni tanto trovare persone che sono state attratte dalle fotocamere bencini. Io iniziai a collezionere le bencini con una comet preresa ad un mercatino, incuriosito, sono risalito al costruttore e alla lunga storia di questa industria fotografica e al contributo che ha dato almeno in campo amatoriale , alla divulgazione della fotografia.
    Oggi sono arrivato già a circa 200 fotocamere bencini, tutte diverse, almeno per qualche particolare.
    Cordiali saluti
    Kimbe-carboni (LA FABBRICA DI KIMBE)

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