Ferrania

Ferrania Condor I - modello c (1956)


La Leica “all’italiana”. Così scriveva la redazione de Il Progresso Fotografico nel 1948, in occasione del lancio della nuova fotocamera nata dalla collaborazione tra la Ferrania e le Officine Galileo. Della Ferrania abbiamo già avuto modo di parlarne in varie occasioni, ma delle Officine Galileo occorre ricordare almeno qualche aneddoto. Nate a Firenze nel 1870 oggi sono delle importantissime industrie che operano nel settore aerospaziale ed astronomico, ovvero in ambiti strettamente scientifici. Ma in passato, a ridosso delle due guerre, cercarono di conquistare anche i mercati di massa pur prestando fede al core business aziendale, cioè l'ottica. Negli anni Trenta e Quaranta le Officine Galileo progettarono svariati "sport optics", ovvero cannocchiali e mirini per fucili da caccia, ma anche eccezionali apparecchi fotografici. La collaborazione con la Ferrania ha permesso di commercializzare piccoli gioielli del Made in Italy, alcuni dei quali assolutamente in grado di competere con gli apparecchi d'oltralpe. La Falco, la Astor, la Elioflex e naturalmente la Condor sono soltanto alcuni dei nomi nati da questa partnership durata circa un decennio. Conosciamo più da vicino la Condor.




Qualità costruttiva
La Condor Ic è l’ultima evoluzione della serie Condor I, entrata in produzione nel 1948 e sostituita nel 1952 dalla Condor II, ma continuerà ad essere prodotta nel capoluogo fiorentino fino al 1956. Rispetto alle versioni precedenti (Condor I e Condor Ib) il modello corrente vanta un’ottica più luminosa e un otturatore più preciso e performante, strizzando l’occhio anche al professionista più esigente (in Francia costava ben 39.845 franchi!)
Il corpo è in ottone satinato, lo stresso materiale impiegato nelle “sorelle” di casa Wetzlar. È un modello molto compatto e ben assemblato (solidissimo!) dal design sobrio ed elegante, una consuetudine che caratterizza tutti gli apparecchi delle serie Galileo. Sulla calotta superiore è possibile riscontrare la scritta pantografata “condor I”, ma non è raro incontrare in altri esemplari anche il marchio “ferrania” a ridosso del telemetro.
A proposito del sistema di messa a fuoco tutti i modelli Condor I, Ib e Ic montano un telemetro accoppiato separato dal mirino dell’inquadratura. Purtroppo il telemetro della Condor tende col tempo ad opacizzarsi fino a scomparire ma fortunatamente nel modello pervenuto è ancora sorprendentemente funzionante. Per la messa a fuoco del telemetro si agisce su una piccola rotella posta sotto alla ghiera di riavvolgimento. 
Sempre sulla calotta si trovano le due ghiere di chiara ispirazione Leica per l’avanzamento e il riavvolgimento del film (A ed R), nonché il pulsantino per sganciare il rocchetto dal sistema di trascinamento (a dire la verità non troppo comodo). Infine trova posto anche il pulsante di scatto, in alcuni modelli filettato e in altri no, funzionante solo con la pellicola inserita nel corpo macchina.
Il piccolo mirino non è particolarmente luminoso e per certi versi mi ricorda molto quello delle economicissime Bencini. Bisogna però ammettere che la concorrente tedesca, la Leica IIIc, non superava di molto la qualità del mirino della Condor nonostante fosse considerata dai fotografi esigenti “più professionale”. Sul fondello troviamo la filettatura per il cavalletto, una levetta estraibile che facilita l’appoggio durante gli autoscatti e il contatore dei fotogrammi. Anche l’Agfa spesso adottava la soluzione del contafotogrammi sul fondello, ma personalmente lo trovo piuttosto scomodo in questa collocazione. 
La similpelle del rivestimento è molto delicata e dopo molti anni tende a scollarsi ai lati: la vulcanite impiegata nelle Leica era di una qualità decisamente superiore. Il logo posteriore “Ferrania - Galileo” aiuta ad impreziosire e rivalutare in maniera positiva tale caratteristica. 




Obiettivo
Meraviglioso l’obiettivo Eliog a tre lenti (retrattile secondo modello Elmar) prodotto dalle Officine Galileo in svariate versioni e con aperture diverse. L’ultima versione vanta un’apertura fino a f/2.8, il secondo obiettivo italiano più luminoso dopo l’Esaog (6 lenti) f/2 montato sulla Condor II. Sui modelli precedenti la luminosità massima era pari a f/3.5.
La qualità dell’ottica è piuttosto buona, la resa cade un po’ verso f/3. Il barilotto è di ottima fattura (ferro cromato e alluminio), solido e ben proporzionato. A livello costruttivo è davvero molto simile al fratello tedesco da 5cm, sulla qualità ottica perde solo qualche punto. I diaframmi sono: f/2.8, f/4, f/5.6, f/8, f/11.2 e f/16.






Otturatore
L’otturatore è di tipo centrale auto-prodotto sempre dalle Galileo. Rispetto al più vecchio Icsus Rapid il nuovo otturatore Aplon Rapid a sei lamelle offre performance NOTEVOLMENTE migliori pur mantenendo la velocità massima da 1" a 1/500 di secondo. È sempre presente la posa B, ma ora compare anche l’autoscatto con il self-timer di 10 secondi.
L’otturatore è azionabile sia tramite pulsante di scatto oppure agendo direttamente sulla levetta del barilotto ottico. L'armamento dell'otturatore va comunque effettuato agendo sempre sul barilotto e non sul corpo della macchina.
I tempi di scatto: 1”, 1/2", 1/5”, 1/10”, 1/25”, 1/50”, 1/100”, 1/250” e 1/500”.




Pro
Un piccolo gioiello. Non trovo altre parole per descrivere questo capolavoro tutto italiano. All’epoca ha dato filo da torcere anche alla Leica, sinonimo di qualità a livello mondiale. Ha strizzato l’occhio sia al fotoamatore evoluto sia al professionista, ha conquistato la fama in mercati internazionali (soprattutto in quello francese e in quello australiano), ha regalato alla Ferrania e alle Officine Galileo ammirazione per il prodotto nazionale.
Perdonate lo spiccato accento nazionalista, ma questa macchinetta regala soddisfazioni davvero uniche! 
Oggi si riesce a reperire senza particolari difficoltà, ma i prezzi possono non sempre essere abbordabili. Design splendido, ottime performance, qualità eccelsa. Una fotocamera immancabile nella vetrina del collezionista o nelle mani del nostalgico.




Contro
Sono davvero pochi i contro che ho riscontrato in questa Ferrania Condor. Forse avrei apprezzato un mirino più luminoso e un telemetro incorporato, ma per le mie esigenze sono aspetti facilmente trascurabili. L’unico vero “neo” è la similpelle, non particolarmente apprezzabile per via della sua qualità.


















Specifiche tecniche
  • Produttore: Officine Galileo (Italia)
  • Otturatore: Tipo centrale modello “Aplon Rapid” (Officine Galileo) 1-1/500; B.
  • Syncro-X: Su tutti i tempi
  • Lente: Eliog 5cm (50mm) f/2.8
  • Sistema di messa a fuoco: Telemetro accoppiato separato dal mirino
  • Mirino: Galileiano
  • Alimentazione: Nessuna
  • Film: 135
  • Esposimetro: Nessuno
  • Autoscatto: Sì (10 secondi)
  • Colorazioni: Silver
  • Note particolari: Per il mercato australiano presentava il nome di Candog I. Alcuni modelli speciali delle fotocamere Condor erano destinate a scopi militari per l'Aeronautica Militare italiana. Vari gli accessori dedicati.


Ferrania Condor I - modello originale (1948)




Nata nel 1948, la Condor è probabilmente la fotocamera italiana più famosa di sempre, almeno per quanto riguarda il binomio design e qualità. Si tratta di una serie di fotocamere totalmente progettate e costruite in Italia, contrariamente a quanto avverrà nelle serie successive che saranno in larga parte ideate e assemblate all’estero (Germania e Giappone prima di tutto).




Qualità costruttiva
La Condor I, meglio conosciuta come Condor “modello originale” è il primo modello progettato dalla collaborazione tra la Ferrania e le Officine Galileo di Firenze. Si tratta del primo vero tentativo dell’Italia di entrare nel mercato fotografico professionale offrendo per la prima volta una fotocamera davvero completa e performante.
Le caratteristiche principali sono già state elencate nel post precedente, in questa sede mi limito ad aggiungere che la prima serie differiva da quella successiva nella calotta superiore dove compariva la scritta “ferrania” pantografata. Altra differenza è nel rivestimento di similpelle posteriore dove compare la scritta “Ferrania” anziché “ferrania-galileo”; inoltre, rispetto al modello Ib e Ic, il modello originale era sprovvisto della basetta stabilizzata e la filettatura dello scatto remoto era posizionato sul pulsante principale.





Obiettivo
L’obiettivo della Condor I e Ib è più buio rispetto a quello della Condor Ic: l’apertura massima del diaframma è pari a f/3.5 rispetto al f/2.8 o addirittura al f/2 della Condor II.
A parte l’apertura massima del diaframma più ristretta, l’obiettivo rimane comunque un ottimo Eliog a tre lenti progettato e realizzato in Italia dalle Officine Galileo.





Otturatore
Di tipo centrale come su tutte le Condor, l’otturatore montato sul modello originale è un Icsus Rapid a sei lamelle, qualitativamente inferiore al suo successore, cioè l’Aplon Rapid (sempre però a sei lamelle). La prima versione è completamente sprovvista di autoscatto e comunque segnalo un notevole incremento nell’affidabilità del meccanismo soltanto a partire dal modello successivo (Condor Ib). I tempi di posa rimangono invariati e sono di 1”, 1/2”, 1/5”, 1/10”, 1/25”, 1/50”, 1/100”, 1/250” e 1/500”.





Pro
Come per tutta la serie Condor, anche il modello originale rimane un piccolo gioiello. Immancabile il primo modello del 1948, soprattutto per via della peculiare scritta “ferrania” incisa sulla scocca.







Contro
Come abbiamo visto, l’otturatore Icsus Rapid è meno preciso rispetto al successivo Aplon Rapid. Altra cosa, la mancanza di una basetta stabilizzata e dell’autoscatto impediscono al fotografo di scattare senza un intervento diretto sui vari comandi.

Specifiche tecniche
Produttore: Officine Galileo (Italia)
Otturatore: Tipo centrale modello “Icsus Rapid” (Officine Galileo) 1-1/500; B.
Syncro-X: Su tutti i tempi
Lente: Eliog 5cm (50mm) f/3.5
Sistema di messa a fuoco: Telemetro accoppiato separato dal mirino
Mirino: Galileiano
Alimentazione: Nessuna
Film: 135
Esposimetro: Nessuno
Autoscatto: No
Colorazioni: Silver
Note particolari: Ibidem, vedi sopra


Ferrania Lince 2 (1962)



Le Lince sono una serie di fotocamere che negli intenti della Ferrania dovevano andare a sostituire le ormai datate fotocamere Condor. A causa dell’altissimo costo di produzione delle fotocamere italiane, la Ferrania scelse di appoggiarsi per la progettazione e la costruzione alla Dacora Kamerawerk di Reutlingen, in Germania. Come ben sappiamo, almeno fino agli anni Settanta del secolo scorso la Germania era il leader mondiale nella produzione di fotocamere e non era raro incontrare modelli prodotti in territorio tedesco e poi ri-marcati (“re-brand”) da aziende private. Ferrania fece lo stesso e poiché le Lince non sono altro che la copia quasi esatta delle Dacora Dignette, esse ereditano gran parte delle loro soluzioni ottiche e meccaniche.
Il modello in mio possesso è una delle primissime e rare versioni “Made in Italy”, cioè assemblate negli stabilimenti di Milano, probabilmente in via Ferrini, ma chiaramente con componenti provenienti in larga parte dalla Germania.



Qualità costruttiva
La Lince 2 è il secondo modello introdotto dalla Ferrania con la collaborazione della Dacora. Nata nel 1962, la Lince 2 presenta un corpo in alluminio di buona qualità e il design ricalca le geometrie aggressive tipiche degli anni Sessanta.
Il contafotogrammi è posto nella calotta superiore e non più nel fondello come nella serie precedente (che lo rendeva davvero poco pratico). La slitta porta flash è sostenuta da una molla che in caso di inutilizzo spinge la placchetta in plastica verso l’alto impedendo a polvere e sporco di depositarsi. Si tratta una soluzione molto utile che non verrà più riproposta nelle serie successive.
Molto utile è lo specchietto riflettente del mirino (di tipo galileiano): può essere utilizzato in caso di foto di gruppo o di “selfie”. Curiosa è anche la posizione del pulsante di scatto. Esso non si trova come consuetudine sulla calotta superiore bensì di fronte a destra dell’obiettivo. Al lato opposto troviamo il contatto per la massa dei vecchi flash a bulbo.




Obiettivo 
L’obiettivo è un ottimo Steinheil Cassar da 45mm con apertura massima f/2.8. Si tratta di un obiettivo onesto, che svolge bene il suo lavora “senza infamia e senza lode”.
I diaframmi vanno da f/2.8 a f/22.



Otturatore
L’otturatore è progettato e realizzato dalla AGC di Calmbach, azienda tutt’ora molto attiva nel settore fotografico internazionale. Si tratta di un otturatore Vario ti tipo centrale, con tempi di otturazione di 1/25”, 1/50” e 1/200”, più la posa B. A dire il vero il range di tempi è un po’ limitato e ciò ci suggerisce un pubblico di riferimento assai meno esigente di quanto lo era stato quello delle Condor. In ogni caso si tratta di un otturatore molto preciso e performante, sicuramente più accurato di quello costruito in Italia dalle Officine Galileo.



Pro
La Lince 2 è una fotocamera di ottima qualità e dalla meccanica molto resistente. L’otturatore AGC garantisce un corretto funzionamento anche dopo molti anni di inattività.
Probabilmente, la Lince 2 e la successiva Lince 3 sono le ultime fotocamere assemblate almeno in parte in Italia, segnando il tramonto dell’industria fotografica nazionale.




Contro
La calotta superiore in alluminio non è solidissima come il resto del corpo, quindi bisogna fare attenzione a non urtarla al fine di evitare danni e ammaccature. I tempi di posa dell’otturatore sono alquanto limitati, per cui non ci si può aspettare prestazioni particolarmente ampie.





Specifiche tecniche
Produttore: Dacora Kamerawerk / Ferrania Milano (Germania e Italia)
Otturatore: Tipo centrale modello “Vario” (AGC - Alfred Gauthier) 1/25-1/200; B.
Syncro-X: Su tutti i tempi
Lente: Steinheil Cassar (45mm) f/2.8
Sistema di messa a fuoco: Manuale
Mirino: Galileiano
Alimentazione: Nessuna
Film: 135
Esposimetro: Nessuno
Autoscatto: No
Colorazioni: Silver
Note particolari: Le prime versioni erano prodotte in Italia.




12 commenti:

  1. era la macchina fotografica di mio padre che ha usato per fare le foto a me e ai miei fratelli negli anni 60 e 70.Mi piacerebbe imparare a usarla visto che io ho una Olympus che fa tutto lei in automatico.

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  2. capolavoro italiano. peccato che al giorno d'oggi non sia più possibile di realizzare oggetti simili. penso che avrebbero dei prezzi impossibili e rare vendite. Viva la modernità.

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  3. era anche anche la macchina fotografica di mio padre (dopo aver avuto una Leica) e ora ce l'ho io ma è una CONDOR II. Qual'è la differenza?

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  4. Ho una CONDOR II che era di mio padre, quale differenza con la CONDOR I?

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  5. Ciao Marialuigia,
    La Condor II è l'ultima versione migliorata della serie Condor, prodotta dalle Officine Galileo per Ferrania.
    Le prestazioni sono simili, ma nell'ultima versione abbiamo un otturatore più preciso e un ottica più luminosa, la più luminosa mai prodotta da una manifattura italiana. È un bel pezzo di storia la Condor II, ti consiglio di farne da conto.
    A presto
    Federico

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    1. Ciao Federico,sono Marco, fotografo appassionato..ma dilettante. Possiedo gia' oltre ad una mirrorless digitale,una leica r4 e una vecchia tedesca con lenti Isco. Ho visto su ebay un condor 2 a 400 euro. Che ne pensi? Ne vale la pena?
      Grazie Marco

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    2. Ciao Marco, la Condor 2 è una fotocamera piuttosto rara e ricercata, per cui il prezzo alto è motivato dai pochissimi esemplari immessi sul mercato. Ricordati che il prezzo "giusto" è dettato dalla rarità e dall'interesse del pubblico verso un certo prodotto, per cui 400 euro per una Condor 2 sono tutto sommato giustificati.
      Ciao, Federico

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  6. Da ragazzo (1951-56) ricordo solo le Comet che possedevano alcuni miei compagni di scuola e che usavano soprattutto sulla spiaggia,quando andavamo al mare...

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  7. Salve Federico
    la Condor che ha egregiamente presentato nell'articolo non è il modello 1/c, ma l'1/d.
    La 1/c montava si l'APLON Rapid come otturatore, ma l'obiettivo era un ELIOG 3.5, il 2.8 fu montato successivamente sul modello 1/d. Inoltre il modello 1/c aveva gli attacchi per lo stereografo Galileo.
    Cordiali saluti
    Angelo

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    1. Buonasera Angelo,
      grazie per i suoi complimenti e per le sue precisazioni.

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  8. Ciao io posseggo una candog 1.
    Sarei interessato a venderla possedendo anche una condor 2.
    Se qualcuno può essere interessato mi faccia sapere.
    Grazie a tutti
    Tommaso

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    1. Ciao contattami alla mail collezione@protonmail.com
      Dario

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