Canon

Canon T-50 (1983)

 

Era il 1933 quando un giovane intraprendente di nome Yoshida Gorō fonda, insieme al fratello Uchida, la Seiki Kōgaku Kenkyūjo (Precision Optical Instruments Laboratory) a Tokyo, Giappone. Non avrebbe mai immaginato che la sua società di strumenti ottici sarebbe diventata una delle più grandi multinazionali del pianeta.




Gorō, attratto fin da bambino dal mondo della fotografia, decise di acquistare in Germania una Leica II, la “nonna” delle moderne fotocamere 35mm. Il giovane si rese subito conto che si trattava di una fotocamera complessa, articolata e soprattutto costosa. Troppo costosa per diventare un prodotto di largo consumo. E allora perché non crearne una più economica?
Nelle officine di Tokyo Gorō lavorò giorno e notte al suo grande progetto. L’anno successivo - nel 1934 - la Seiki Kōgaku Kenkyūjo presentò la Kwanon (“Kannon”), una fotocamera che portava il nome della dea buddista della misericordia. Il nome piacque subito in Giappone e la società venne presto rinominata Hansa Canon in onore del suo principale prodotto.




La storia della Canon è abbastanza ampia ed articolata, e non sarà questa la sede in cui parlerò in maniera approfondita dell’azienda nipponica. Ma la breve premessa che ho fatto nelle righe precedenti è stata necessaria per introdurre una piccola fotocamera che ha (nuovamente) portato la fotografia nella casa di tutti: la Canon T50.
Ancora negli anni Ottanta del secolo scorso, la fotografia professionale era una nicchia di mercato che rendeva inaccessibile gran parte dei costosissimi apparecchi fotografici.
Già negli anni Sessanta e Settanta molte aziende si erano impegnate a creare fotocamere economiche e alla portata di tutti, ma la qualità delle fotografie era spesso mediocre e deplorevole. La reflex, si sa, era collocata su un piedistallo troppo alto per l’amatore comune. Fino all’arrivo della T50.




Qualità costruttiva
La Canon T50 è una fotocamera economica. Come ho anticipato, la reflex è sempre stata una fotocamera più o meno costosa e i fotoamatori difficilmente potevano avvicinarsi a questi apparecchi senza un consistente esborso di denaro. Canon, per portare la fotografia reflex nelle case di tutti (o quasi) realizzò tra il 1982 e 1983 la T50. 
Si tratta di una piccola reflex assemblata in materiale plastico. Per ridurre al minimo le spese di produzione e il costo del prodotto finito, la Canon scelse di eliminare quasi totalmente i materiali metallici. La cosa suscitò non poche critiche, in quanto all’epoca l’alluminio e l’ottone dominavano il mercato fotografico mondiale. Eppure, pur scegliendo questa strada pionieristica, la T50 mostra un’ottima qualità costruttiva. Per certi versi, la plastica con cui è assemblata sembra addirittura migliore della Praktica BX-20, che di fatto ricalca l’idea di prodotto economico. L’ergonomia è buona, non ottima, ma il piccolo grip presente sulla parte destra assicura una presa sicura e comoda.
Leve e pulsanti sono ridotti al minino: la completa assenza di controlli manuali (ghiere, leve e bottoni) assicura una pulizia e una semplicità notevole. Il trascinamento del film è infatti motorizzato, mentre per il riavvolgimento Canon ha deciso di affidarsi al tradizionale rocchetto manuale. Questa è l’unica leva disponibile su tutta la macchina. Sempre in questa zona troviamo un piccolo selettore degli ISO.
Anche le ghiere convenzionali sono state eliminate: la T50 è una reflex tutt’altro che professionale e indirizzata all’utente che non conosce a fondo il mondo della fotografia. In verità una ghiera c’è, e permette unicamente di controllare lo stato della batteria, impostare l’autoscatto o bloccare l’otturatore. Diciamo una ghiera tuttofare!




Obiettivo
Insieme alla T50 veniva venduto un classico 50mm f/1.8. Le recensioni che trattano quest’ottica non sono rare per cui se volete conoscere qualcosa di più sul rendimento del cinquantino in questione vi invito a fare una retata sul web.
Aggiungo solo che le ottiche Canon, e in particolare le FD, sono ottime alternative ai sistemi più blasonati (Nikon, Minolta, Olympus, Fujica, ecc.) ma restano di qualità inferiore ai vetri Zeiss e Leica. Ovviamente, la resa rimane variabile a seconda dell’obiettivo preso in esame.
Una nota sul funzionamento degli obiettivi FD sulla T50: questa Canon è una reflex ad esposizione automatica, per cui è necessario impostare la ghiera dei diaframmi su A (Auto Exposure). Utilizzando un valore diverso da A la fotocamera passerà in modalità M (Manual) ma l’otturatore scatterà al tempo fisso di 1/60 di secondo.




Otturatore
È un classico otturatore a scorrimento verticale. Il range di tempi è davvero buono, e va da  2 a 1/1000 di secondo. Il Syncro-X è fissato a 1/60.
Naturalmente, si tratta di un otturatore controllato elettronicamente, ed è progettato da Copal appositamente per dare le massime performance in modalità P (esposizione programmata). La sensibilità della cellula CdS sembra essere abbastanza performante (da 25 a 1600 ISO) e in abbinata all’otturatore funziona molto bene. 
Come detto, le modalità di esposizione disponibili sono quasi tutte programmate:
  • P - Program. Combina insieme tempo di otturazione e diaframma per un’esposizione ottimale. Se la P all’interno del mirino lampeggia vuol dire che la condizioni di luce ambientale rischia di far venire la fotografia sottoesposta o sovraesposta;
  • M - Manual Aperture. Corrisponde alla priorità di diaframmi. Per attivare questo metodo di scatto è necessario spostare la ghiera dei diaframmi in posizione diversa da A. Se la M all’interno del mirino lampeggia vuol dire che è necessario aprire o chiudere maggiormente il diaframma. Si ricorda che in questa modalità il tempo di otturazione rimane fisso a 1/60 di secondo;
  • SELF - Self Timer. Corrisponde all’autoscatto;
  • L - Lock. Blocca l’otturatore ed evita gli scatti accidentali;
  • B.C - Battery Check. Controlla lo stato di alimentazione delle batterie.




Pro
È un ottimo biglietto da visita per entrare nel mondo analogico. Su internet o nei mercatini si può reperire con una certa frequenza e l’accessibilità economica è davvero notevole (30-50€, spesso con obiettivo incluso). La baionetta Canon FD permette di scegliere tra un parco ottiche estremamente variegato e per ogni tipo di tasca.
Il corpo, nonostante sia costruito in plastica, è solido e ben assemblato. Può essere utilizzata anche come secondo corpo senza troppe paturnie. 




Contro
Essendo una reflex economica, i comandi disponibili all’utente sono ridotti all’osso. Spesso un esposizione completamente manuale fa comodo, ma purtroppo la T50 non riesce a soddisfare questa esigenza. Mancano anche i classici accessori delle reflex, come motor drive, motor winder e vertical shutter.
Manca anche il tasto di preview della profondità di campo, che specialmente nei macro può rivelarsi davvero utile per capire bene le distanze con l’orizzonte. Non è presente la posa B.





Specifiche tecniche
  • Produttore: Canon Inc. (Giappone)
  • Otturatore: A tendina verticale 2s - 1/1000; B.
  • Syncro-X: 1/60
  • Lente: Baionetta Canon FD; Canon Lens FD 50mm f/1.8; Canon Lens FD 135mm f/3.5
  • Sistema di messa a fuoco: Manuale 
  • Mirino: Reflex (93%)
  • Alimentazione: 2 batterie AA standard
  • Film: 135
  • Esposimetro: TTL CdS LED
  • Autoscatto: Si
  • Colorazioni: Black
  • Note particolari: Prezzi irrisori, versatilità reflex.



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