domenica 26 marzo 2017

Intermezzo ventuno - Rapid Film System

 

Oggi vi presento un sistema di caricamento della pellicola 135 davvero poco conosciuto: il Rapid Film System del 1964.
Introdotto originariamente da Agfa-Gevaert, negli intenti dell'azienda tedesca il nuovo sistema doveva competere con quello da poco introdotto da Kodak, il così detto formato 126 "cartridge", così come pure il già collaudato formato 110. In pratica si tratta di una normale pellicola 35mm inserita in un caricatore speciale della forma molto simile ai moderni rullini in formato APS.
L'obiettivo di Agfa era quello di facilitare l'introduzione delle pellicole all'interno delle fotocamere, rivolgendosi soprattutto al pubblico dei fotoamatori e dei fotografi "della domenica" piuttosto che ai professionisti. Il sistema è stato definito "Rapid" grazie all'estrema rapidità di utilizzo: il fotografo inseriva la bobina di emissione all'interno della fotocamera, agganciava il film alla bobina di ricezione e il gioco era fatto. Al termine delle riprese il film non doveva essere riavvolto: era sufficiente aprire il dorso e prelevare la bobina di ricezione e svilupparlo. Il principio è molto simile a quello utilizzato nei formati 120 e 127, in cui la spoletta rimasta vuota viene poi spostata in quella che riceverà la nuova pellicola riavvolta.




Il sistema Rapid era utilizzato su fotocamere appositamente progettate per ospitare questa tipologia di cartucce e molte di queste avevano la possibilità di impostare la funzione automatica dell'esposizione, esattamente come avveniva nel formato 126 cartridge. Poiché esse non prevedono un sistema di riavvolgimento, le fotocamere Rapid non possono essere utilizzate con i normali rulli 135 ammenoché non si effettuano particolari manipolazioni.
Tra i produttori di fotocamere Rapid si ricordano Agfa, Canon, Ferrania, Fujica, Hanimex, Lomo, Minolta, Ricoh, Voigtländer e Yashica.
Il sistema Rapid venne abbandonato progressivamente a favore del più pratico 126 già a partire dai primissimi anni Ottanta.

 
Fonte: cjs.classic.cameras / stroop.wafel



martedì 7 marzo 2017

Lezioni di fotografia #29 - Lunghezza focale

L'obiettivo è un sistema di lenti assemblate in gruppi, in grado di fornire un'immagine capovolta e rimpicciolita su un piano di messa a fuoco detto "piano focale". La lunghezza focale non è un elemento caratterizzante, poiché al suo variare le caratteristiche dell'ottica cambiano in modo macroscopico: si può passare da ottiche che fanno vedere poche cose ingrandite (come i cannocchiali e i telescopi), a obiettivi che inquadrano, rimpicciolite, larghe porzioni di spazio. Per comprendere e dare una definizione di lunghezza focale, semplificando, possiamo prendere in esame una lente positiva, cioè "convergente".
In essa distinguiamo i seguenti elementi:
  1. l'asse ottico (a.)
  2. il centro ottico (c.)
  3. i centri nodali anteriore e posteriore (n e n1)
  4. i piani nodali anteriore e posteriore (pn e pn2)  
  5.  

Ipotizziamo come in figura un soggetto a distanza infinita, i cui raggi visuali arrivano parallelamente all'asse ottico, possiamo fornire la seguente definizione:

«la lunghezza focale è la distanza tra il piano nodale posteriore ed il piano focale, mettendo a fuoco all'infinito».

La determinazione della lunghezza focale di una lente è piuttosto semplice, più complessa invece è quella degli obiettivi sia a causa delle molte lenti impiegate, sia perché in essi si ricorre a vari stratagemmi per ridurre l'ingombro a vantaggio della maneggevolezza. 
 Consideriamo un obiettivo 600mm. Se si dovesse eseguire il calcolo della lunghezza focale dal centro del gruppo di lenti, l'obiettivo misurerebbe addirittura un metro, rendendolo oggettivamente impraticabile. Per ovviare, si adotta la formula del teleobiettivo, nel quale il piano nodale posteriore viene a trovarsi in posizione molto più avanzata, addirittura al dì fuori dall'obiettivo (verso il soggetto).
Similmente, un grandangolare potrebbe soffire del problema inverso. Se si osserva una reflex infatti, uno spazio di circa 20mm davanti alla pellicola è occupato dallo specchio, ed un'ottica di 20mm non potrebbe essere montata. In questo caso si adotta il sistema "retrofocus" che consiste nello spostare otticamente il piano nodale posteriore verso la pellicola oltre la montatura. È un caso di teleobiettivo invertito.