mercoledì 8 novembre 2017

Lezioni di fotografia #31 - Obiettivi normali


La visione dell'occhio e la visione "normale" di un obiettivo hanno caratteristiche simili. Per normale o standard s'intende un obiettivo che più si avvicina alla visione dell'occhio umano.
Ma come vede l'occhio? E soprattutto: fotograficamente è possibile vedere come l'occhio? È opportuno procedere con alcune considerazioni. 

Innanzitutto si parla di occhio e non di occhi, perchè la fotocamera possiede un solo obiettivo e questa è la prima anomalia rispetto alla nostra concezione di vista. Un altro elemento di differenziazione riguarda il campo visivo e la sua percezione. Lo sguardo è in grado di coprire uno spazio particolarmente esteso: il nostro angolo visivo raggiunge infatti quasi 180°. Se si fissa un punto preciso, si nota tuttavia che la percezione di tale spazio è piuttosto imprecisa poiché la zona effettivamente a fuoco è limitatissima. Nondimeno, eventuali movimenti all'interno del cono visuale vengono percepiti, anche se non in modo esauriente. 





Un obiettivo a fuoco manuale Carl Zeiss Planar T* 50mm f/1.4 (anni '80).
Si tratta di uno dei migliori obiettivi normali mai costruiti nella storia della fotografia.


La straordinaria mobilità dell'occhio e la sua capacità di focheggiare istantaneamente a distanze diverse, permettono di estendere la nostra percezione che altrimenti sarebbe piuttosto ridotta. Si giunge quindi ad un apparente paradosso: una foto con un solo soggetto a fuoco in un contrasto sfocato appare innaturale mentre, a ben vedere, rappresenta al meglio la percezione con lo sguardo fisso. 



Leica Summicron M 50mm f/2 (1953-in produzione)


Anche riguardando la versatilità dell'inquadratura (angolo di campo) si deve giungere a compromessi: se è vero che vediamo quasi a 180° è anche vero che per una percezione dettagliata dobbiamo scendere a pochi gradi, ed i 50° tipici degli obiettivi normali sono solamente una convezione. Dobbiamo quindi giungere alla conclusione che occhi e ripresa fotografica sono due cose ben distinte e badate bene che questo non è per forza di cose un difetto ma, per chi la conosce bene, un'enorme potenzialità espressiva.

L'aspetto più immediato che si può riscontrare inquadrando con un obiettivo normale, è la buona corrispondenza rispetto alla realtà delle dimensioni e delle distanze. Inquadrando una persona a tre metri, questa apparirà realisticamente a questa distanza, né ingrandita né rimpicciolita.

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