Per contrasto, si intende il grado di differenza tra le zone chiare e le zone scure in un'immagine fotografica.
Quando la nostra percezione ci suggerisce che il "salto" da tali zone è elevato (passando direttamente da zone molto luminose ad ombre marcate) si dice che il contrasto è alto.
Se invece si leggono molti particolari in entrambe le zone più scure e più chiare, con una conseguente riduzione della luminosità, diciamo che il contrasto è medio.
Il contrasto può, infine, essere basso quando l'immagine appare piatta e poco tridimensionale. La luminosità in questo ultimo caso risulta appena marcata.
Tra i fattori che influenzano il contrasto c'è la scelta della pellicola: lo spessore dell'emulsione fotografica può incidere su questo parametro. La conseguenza più evidente di questo aspetto ricade sulla sensibilità della pellicola.
Le pellicole poco sensibili hanno infatti un'emulsione più sottile di quelle rapide.
Con il crescere dello spessore dell'emulsione (e quindi della sensibilità), il contrasto diminuisce.
Le emulsioni poco sensibili, caratterizzate da un contrasto elevato, non sono in grado di registrare una vasta gamma di luci, per cui il controllo dell'illuminazione deve tenere conto dei diversi livelli di luminosità del soggetto inquadrato.
Diversamente, le pellicole ad elevate sensibilità hanno una maggiore capacità di riprendere una gamma di luminosità più estesa.
Fotografia a basso contrasto (ILFORD HP5 Plus w/ Yashica ML 50/1.9 c) |
Fotografia ad alto contrasto (ILFORD Delta 100 Professional w/ Yashica ML 50/1.9 c) |
Il contrasto di un'immagine fotografica dipende dunque dall'illuminazione del soggetto inquadrato e dalla pellicola impiegata nella nostra fotocamera, ma anche dal trattamento del negativo in fase di sviluppo e della stampa in camera oscura.
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