lunedì 3 marzo 2014

Lezioni di fotografia #14 - Il 35 millimetri



Il 35 millimetri è il formato di registrazione più utilizzato nel cinema e nella fotografia analogica.
Nel cinema, la pellicola 35mm viene proiettata ad una velocità costante di 24 fotogrammi al secondo, con un massimo di 52 fotogrammi ogni metro di pellicola impiegata. Questo significa che in un film della durata di 1 ora e 30 minuti la pellicola può raggiungere la lunghezza di ben 2,5 Km!
Dalla pellicola cinematografica è derivato il formato fotografico 135 che ne conserva la stessa perforazione (i così detti "sprocket holes") e offre un formato di fotogrammi pari a 24x36mm.

Il successo del 35mm lo si deve ad tecnico tedesco, Oskar Barnack, l'inventore della celebre macchina fotografica Leica. Una volta presa una bobina di pellicola cinematografica (la famosa "pizza") costruì in piccolo contenitore metallico simile ad un barilotto dove immagazzinare una piccola striscia di supporto sensibile. Questo ha permesso di maneggiare con sicurezza l'intera striscia di film, protetta dalla luce esterna nelle operazioni di caricamento e scaricamento dalla fotocamera.
Era il 1914 e il mondo si preparava ad una vera e propria rivoluzione: il nuovo formato 135 in abbinata alla prima macchina fotografica del genere, la Ur-Leica ("Leica originale") avrebbero cambiato le sorti del settore fotografico mondiale.
Non si può fare a meno di ricordare in questa sede che proprio quest'anno cade l'anniversario della Leica (e del formato foto 135), un Giubileo caratterizzato da eventi e rimembranze di rilievo internazionale. 
Chiusa questa doverosa parentesi, continuiamo a parlare del 135. Questo formato è particolarmente indicato per un uso generico ed è praticamente usato da tutti i dilettanti e da una grande fetta di professionisti (almeno per le applicazioni meno complesse). La leggerezza ha reso l'attrezzatura molto più flessibile rispetto a quella più complessa del medio e grande formato. Tra gli svariati usi del 35mm si ricordano le foto di reportage e di giornalismo, grazie alle caratteristiche peculiari sopra citate.
Fino agli anni Novanta del secolo scorso i maggiori produttori di pellicole fotografiche erano: Agfa, Berger, Eastman Kodak Company, Efke Fotokemika, Ferrania, Foma, Fujifilm, ILFORD, Orwo e Rollei*. 


Logo commemorativo del centenario Leica (1914-2014)

Al momento, a causa del crollo della domanda e all'aumento del costo delle materie prime, la produzione delle pellicole fotografiche e cinematografiche ha subìto un consistente ridimensionamento, soprattutto a causa del digitale. Il 2005 è stato l'anno in cui simbolicamente si dichiarava morto l'analogico a favore delle nuove tecnologie.
In realtà, seppur in forma ridotta, l'analogico continua ad esistere affiancato al digitale, rivolto agli amanti del genere (soprattutto fotoamatori) o a particolari cerchie professionali.
Negli ultimi cinque anni alcune grandi aziende produttrici di materiali fotosensibili hanno attuato piani per il ridimensionamento degli apparati produttivi (vedi Kodak e Fuji) ma altre ancora hanno deciso di investire nuovi capitali nella ricerca o nella produzione (vedi Lomography, Ferrania, Kentmere e Rollei). Se la domanda della diapositiva e del negativo colore è lentamente scemata negli anni presi in esame, è altrettanto vero che la domanda per il bianco e nero (pellicole e carte) sembra che si sia stabilizzata da almeno vent'anni. 



*questo elenco non costituisce la totalità dell'offerta.



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