Una reflex Exacta prodotta a Dresda nel 1936 |
La Rectaflex, la prima reflex costruita in Italia nel 1946 |
La visione reflex
La grande innovazione introdotta in questo tipo di fotocamera consiste nella visione dell'inquadratura direttamente dall'obiettivo attraverso il quale si formerà successivamente l'immagine fotografica. In questo caso abbiamo la perfetta coincidenza tra l'asse ottico dell'obiettivo e quello del mirino. L'apparecchio viene chiamato "reflex" perché l'immagine arriva all'occhio del fotografo dopo aver subìto una serie di riflessioni tramite lo specchio a 45 gradi posto dietro l'obiettivo e successivamente dal pentaprisma. Grazie a quest'ultimo, l'occhio del fotografo è posto nella posizione più natuale dietro la fotocamera e l'immagine risulta perfettamente dritta sia orizzontalmente che verticalmente (a differenza del medio formato che vedremo successivamente). Osservando la sezione di una reflex è facile intuire che la macchina ha una serie di componenti mobili. Lo specchio infatti costituisce un ostacolo al passaggio dell'immagine verso la pellicola. Ecco allora che al momento dello scatto viene sollevato mediante una rotazione, così che i raggi possano dirigersi verso il film. È importante sottolineare che lo specchio non garantisce affatto l'impermeabilità alla luce dell'emulsione. Questo compito è affidato interamente all'otturatore a tendina, posto sul piano focale. Al momento dello scatto lo specchio, sollevandosi, interrompe la visione del fotografo. Nella pratica questo non costituisce un problema poiché i tempi di esposizione (di norma) sono talmente brevi da rendere l'interruzione appena percettibile. Con tempi più lunghi e l'uso del cavalletto, l'immobilità del soggetto rende inutile il controllo dell'inquadratura. Cosa succede ogni volta che si preme il pulsante di scatto? Ad ogni "click" corrispondono questi movimenti in successione:
- lo specchio si solleva;
- l'otturatore si apre per un tempo prefissato;
- l'otturatore di chiude;
- lo specchio ritorna in posizione a 45 gradi.
Sezione di una Olympus OM-1 (1972). Fonte: world-traveller.org |