sabato 31 dicembre 2022

Intermezzo Trentotto - PENTAX come Leica: una nuova fotocamera a pellicola!



Il 2022 si sta per concludere con una novità assoluta dal mondo della fotografia analogica. 

PENTAX, lo storico marchio giapponese di proprietà della Ricoh Imaging, ha deciso di rompere gli indugi e un po' come ha fatto Leica nei mesi precedenti ha deciso di lanciare una serie di nuove fotocamere a pellicola per il crescente pubblico analogico.

La riscoperta del film da parte dei più giovani ha riportato alla luce nuove frontiere e possibilità creative che si sono concretizzate negli ultimi vent'anni anni nella lomografia o nella rinascita della fotografia istantanea: ritrovare nell'armadio dei genitori una vecchia reflex a pellicola o una scatola di vecchie polaroid ha permesso un nuovo ritorno alla riscoperta di questo magico mondo.

A sostegno di queste tesi ci sono stati progetti degni di nota, alcuni conclusi positivamente, altri invece, naufragati senza un nulla di fatto.

Ma in entrambi i casi, il sentimento e l'interesse verso l'analogico è stato sostenuto da un nutrito pubblico di appassionati con vivacità e dinamismo, motivo per cui il colosso dell'immagine giapponese Ricoh ha spiegato nell'ultimo comunicato stampa il perché ha deciso di ributtarsi nel mercato della fotografia analogica.

Come si evince dal comunicato, la nuova linea verrà creata seguendo le indicazioni dei fan della fotografia a pellicola e terrà conto delle esigenze del nuovo pubblico. Dopotutto non è un mistero che dopo anni di ricerca e sviluppo nel mondo della fotografia digitale, siamo arrivati ad un punto morto, dove l'innovazione tecnologica ha di gran lunga superato il puro e semplice feeling del fotografo di catturare un'immagine attraverso l'obiettivo.

Nelle intenzioni di PENTAX ci sono quelle di lanciare prima una fotocamera compatta come "esercizio di stile", per poi passare alla realizzazione di una vera e propria reflex completamente meccanica. Le premesse sono ottime visto il background di conoscenze e lo staff di Ricoh, per cui siamo molto fiduciosi in questa nuova release.

Il 2023 sarà l'anno delle nuove PENTAX analogiche? Una cosa è certa, il 2023 sarà l'anno della rinascita della fotografia analogica. 



domenica 11 dicembre 2022

Intermezzo Trentasette - Ritorno al futuro per la casa di Wetzlar



Era il 1984 quando sul mercato debuttò la nuova versione dell'eroica serie M. Erano anni bui per la casa di Wetzlar, specialmente dopo il flop commerciale della goffa, grossa e sgraziata Leica M5 - inspiegabilmente rimasta in produzione per ben quattro anni nonostante la pioggia di recensioni negative - e la tiepida accoglienza della partnership con Minolta, che vide nella nuova fratellanza franco-nipponica la massima espressione nella compattissima CL del 1973.

Erano anni in cui i giapponesi sfornavano capolavori del calibro del sistema RTS (guarda caso anch'esso nato dall'abdicazione dei sistemi fotografici tedeschi) oppure del glorioso sistema OM di Olympus. La concorrenza agguerrita aveva sempre più spostato il baricentro della fotografia dai baluardi del Vecchio Mondo, rappresentato principalmente dalla Leitz, verso la nuova frontiera della tecnologia giapponese. 

Ma la Leica, la cui storia in fotografia è intrisa di aneddoti ed icone del design, coraggiosamente comprese che per poter sopravvivere in questi anni di grande cambiamento, avrebbe dovuto fare i conti con il suo stesso passato e con tutto ciò che era riuscita ad ottenere in una sorta di personale "comfort zone".

Con una non prevista mossa di marketing, Leica ritornò quindi sui propri passi e riprendendo il design unico e intramontabile della fortunatissima M4, debuttò con l'M6, una rivisitazione moderna che con il nuovo sistema TTL (uscito nell'aggiornamento del 1986) permetteva una misurazione dell'esposizione attraverso una piccola cellula al silicio posta alla base del corpo macchina.

Ben presto, per i fedelissimi del marchio tedesco fu un'immensa gioia poter ritornare ad utilizzare la vecchia ergonomia della serie M e grazie alle nuove tecnologie di esposizione e al corpo macchina più leggero e ben bilanciato, ben presto la vecchia M5 fu relegata nel dimenticatoio. 


La Regina Elisabetta II con la sua Leica M6 nel 1984


Dopo alcuni anni, la Leica M6 subì un nuovo e sostanziale aggiornamento:

la piccola e scomoda ghiera dei tempi venne rimpiazzata con una versione più grande ed ergonomica -del tutto simile a quella che si ritroverà più avanti nella Leica M7- e il case ora costruito non più in semplice ottone ma in una speciale lega di magnesio che rendeva la macchinetta ancora più leggera e maneggevole, cioè vero punto di forza delle telemetro tedesche. 

Anche per il telemetro ci sono alcune novità: ora il potere d'ingrandimento del mirino non è più soltanto dello 0,75, ma anche dello 0,85 e 0,58, quindi per meglio adattarsi allo sterminato parco ottiche della serie M.


Brad Pitt con la Leica M6 sulla copertina di Interview Magazine (marzo 2007)

Apprezzatissima dai vip di Hollywood passando persino dalle teste coronate, la Leica M6 rimase in produzione dal 1984 al 2002, quando la l'otturatore elettronico della M7 mandò in pensione questa gloriosa fotocamera dopo 18 anni di grandi successi.


Julia Roberts nel film Closer (2004) con la Leica M6 TTL


Ma oggi, nel 2022, anno in cui il vintage fa da padrone e dove il passato è rientrato prepotentemente a ricordarci ciò che eravamo, il mondo analogico ha subìto nuovi impulsi e risvolti inaspettati, confermati dalla recente notizia di Kodak che sta assumendo nuovo personale qualificato per poter far fronte all'aumento esponenziale della domanda del film.


Matt Damon con la Leica M6 nel 2006 (fonte: Getty Images)


Così, un po' come successe in quel lontano 1984 quando venne mandata in pensione l'M5, Leica ha deciso di ritornare sui propri passi e di rimettere in produzione la mitica M6 nella versione originale con corpo in ottone e ghiera piccola.


Leica M6 1984




Leica M6 2022

Al momento è ancora troppo presto per capire se questa mossa di marketing in pieno stile di "ritorno al futuro" è stata vincente oppure no, tuttavia per gli amanti del vintage e del collezionismo è innegabile che questa sia una risposta concreta e soprattutto professionale ad un mercato analogico di nuovo in crescita, che preferisce ripercorrere strade ben collaudate piuttosto che osare strade che per definizione hanno successo solo quando sono percorse sempre nello stesso modo.





sabato 27 agosto 2022

Intermezzo Trentasei - novità da FILM Ferrania

Fonte: @Wyattshootsfilm


Dopo il lungo silenzio di oltre due anni, finalmente sembra che nella fabbrica d'argento di Cairo Montenotte (SV) si sia mosso qualcosa di interessante.  

Sul sito ufficiale, infatti, è comparso un nuovo aggiornamento in cui viene esplicitato che nei prossimi mesi ci saranno interessanti novità in merito alla produzione della P30 e che negli stock online sono di nuovo disponibili gli ultimi batch della precedente generazione.

La novità più importante di tutte riguarda la disponibilità stessa del film: il team sta lavorando attivamente per rendere la produzione della P30 continua, senza le numerose interruzioni che si sono verificate a causa di moltissime vicissitudini negli anni precedenti. 

Riguardo ai nuovi batch, presumibilmente disponibili entro la fine dell'anno, integreranno un nuovo QR cose che identifica tutte le informazioni relative al rullino acquistato (anno/mese di produzione, sensibilità, ISO, consigli per lo sviluppo, ecc.) consultabili direttamente online tramite la nuova App "Who I Am?". Nel caso il vostro smartphone non disponga della lettura automatica dei QR code, niente paura, il codice da 8 cifre può essere digitato manualmente sul sito di FILM Ferrania per recuperare autonomamente tutte le informazioni utili.

Non ultimo, sembra che i tecnici della FILM Ferrania siano finalmente riusciti ad introdurre i codici DX sopra il barilotto delle pellicole. Una comodità non da poco per chi usa fotocamere che utilizzano il lettore automatico degli ISO.

Per adesso, un grosso in bocca al lupo a tutto il team di FILM Ferrania che a fronte della pandemia e dei numerosissimi problemi tecnici non ha mollato il suo ambizioso progetto della pellicola 100% Made in Italy.



 

mercoledì 19 gennaio 2022

Lezioni di fotografia #43 - La profondità di campo (parte II)


Vediamo ora quale incidenza possono avere obiettivo e distanza di ripresa nella profondità di campo.

A parità di diaframma e di ripresa, il primato spetta dunque alla categoria dei grandangolari, mentre se ne ha una diminuzione drastica, fino a diventare un potenziale problema, con ottiche di lunga focale. Il motivo ha una semplice spiegazione. Come evidenziato nella trattazione specifica del diaframma, ad un valore del diaframma f/4 corrisponde un diametro pari ad 1/4 della lunghezza focale. Ne deriva che il diametro del diaframma in un obiettivo da 50mm è di 12,5mm mentre passa a ben 25mm in un obiettivo da 100mm.

La conseguenza pratica è che, a parità di diaframmi, i teleobiettivi producono cerchi di confusione* maggiori rispetto alle ottiche di minor lunghezza focale. Ecco allora che un grandangolare regolato alla massima apertura, può produrre immagini con maggior profondità di campo rispetto ad un teleobiettivo.

Le profondità di campo aumenta col diminuire della lunghezza focale.

Se il controllo della profondità di campo assume primaria importanza, si può anche condizionare la scelta dell'ottica in considerazione del risultato da ottenere. Ecco allora che un teleobiettivo, per un ritratto con sfondo sfocato, si farà apprezzare oltre che per la correttezza con cui rende le proporzioni del viso, anche per la minore profondità di campo ottenibile. Se si è invece costretti ad usare una lunga focale anche in condizioni in cui se ne volesse un'estensione maggiore, sappiamo di dover chiudere il più possibile il diaframma, aiutandoci magari con una pellicola di maggiore sensibilità.

Per quanto riguarda le ottiche di corta focale, infine, difficilmente vengono impiegate in riprese dove sia richiesta poca profondità di campo, molto più spesso invece l'esigenza di un'estesa messa a fuoco ne avvalora l'utilizzo. Risulta facile intuire infine che:

La profondità di campo aumenta col crescere della distanza di ripresa.

Ad una minore distanza di ripresa corrisponde quindi una minore profondità di campo. Infatti, se fotografando un paesaggio a distanza pressoché infinita possiamo ottenere una profondità di campo di svariati chilometri, con le stesse modalità operative (ottica e diaframma) ma con il soggetto posto ad un metro di distanza, la resa dovrà per forza di cose essere minore. Questa condizione può mettere in crisi chi lavora generalmente in sala pose dovendo effettuare ad esempio fotografie ravvicinate di più persone poste a distanze diverse, o di "still life". In questi casi, tuttavia, si è soliti lavorare con macchine di medio-grande formato: proprio queste ultime ci consentono una ripresa meno ravvicinata, con minor sfruttamento del formato, abbinato però ad un successivo maggiore ingrandimento del negativo che comunque, per le dimensioni generose, ci garantirà buoni livelli qualitativi.



*CERCHI DI CONFUSIONE = In ottica e in fotografia, sono piccoli cerchi che l'occhio umano riesce a distinguere ad una determinata distanza rispetto allo spostamento dell'asse ottico.