L'emulsione, come abbiamo visto, è uno degli elementi più importanti che costituiscono la pellicola fotografica.
Un'emulsione di elevata sensibilità è ottenuta da cristalli di alogenuro d'argento più grandi.
Quando questo si trasforma in argento metallico, gli alogenuri andranno a comporre un fitto mosaico di particelle che formerà, infine, il fotogramma.
Per chi venisse dal digitale, in soldoni si potrebbe paragonare queste particelle ai pixel del sensore, che concorrono alla formazione del fotogramma digitale.
Nell'immagine è ben visibile la grana della pellicola. |
Tanto maggiore è la dimensione degli alogenuri, tanto più evidente sarà l'effetto sgranato (nel digitale si parlerà di "rumore elettronico"). Si riscontra perciò che tra un pezzetto e l'altro di argento c'è un microscopico spazio vuoto, e questo sarà tanto più grande con il crescere della sensibilità della pellicola.
Quando l'immagine verrà stampata con un forte ingrandimento, apparirà una generale perdita di dettagli.
Con il diminuire della sensibilità, le nostre "tessere" che compongono il mosaico (gli alogenuri) saranno molto più piccoli, con la conseguente acquisizione di dettagli e di un disturbo più limitato nei forti ingrandimenti.
Ad esempio:
- Un negativo con grana fine può derivare da una pellicola da 100 ISO.
- Un negativo con grana grossa può derivare da una pellicola da 800 ISO.
In un negativo sviluppato, la grana è quindi costituita da piccole "macchioline" di argento metallico nero derivato dallo sviluppo della pellicola. Questo sarà visibile unicamente tramite microscopio o con potenti lenti di ingrandimento.
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