Appartengono a questa categoria gli obiettivi che hanno lunghezza focale minore dell'ottica standard e vengono comunemente detti "grandangolari", in virtù della loro caratteristica principale che è quella di ottenere ampie inquadrature grazie all'elevato angolo di campo.
Con riferimento al formato 135, si trovano obiettivi grandangolari a partire dalla lunghezza focale 35mm, ma si può arrivare anche al 6mm chiamato "fish-eye" (occhio di pesce), dalle caratteristiche immagini circolari.
Come già anticipato, i grandangolari utilizzati sono del tipo "retrofocus", caratterizzati da un centro ottico avanzato verso la pellicola che, altrimenti, dovrebbe essere posizionata a ridosso dell'ottica rendendo impossibile la costruzione della reflex.
Un obiettivo Rokkor 38mm su una Minolta a telemetro degli anni '70 |
Gli obiettivi grandangolari sono utilizzati per il loro elevato angolo di campo, cui corrisponde una riduzione dell'ingrandimento apparente. In pratica, aumentando l'inquadratura, al fotogramma arriva un'immagine più estesa, che per forza di cose deve essere rimpicciolita. I grandangolari trovano largo impiego tra i fotografi di molti settori, soprattutto quando ci si trova a riprendere spazi ristretti, operando un allontanamento virtuale del punto di ripresa. Se usati con cognizione, sono in grado di offrire notevoli possibilità di manipolazione dello spazio permettendo effetti tridimensionali.
Milano, Galleria Vittorio Emanuele. Obiettivo: Yashica ML 28mm f/2.8 |
Pro e contro
Le corte focali, oltre alla scontata possibilità di ampliare l'inquadratura al di là dei limiti concessi dallo spazio (l'impossibilità di indietreggiare), offrono altri vantaggi operativi tra i quali: una grande maneggevolezza (sono piccoli e leggeri) e la possibilità di impiegare tempi di posa più lunghi del normale, poiché il micro-mosso di un'immagine grandangolare è veno avvertibile rispetto a quello di un'immagine prodotta con un tele.
Per contro, a causa dell'elevato angolo di campo, sono obiettivi soggetti a distorsioni ed aberrazioni, la cui correzione implica un notevole lavoro ai progettisti e l'impiego di lenti sofisticate.
Per quanto corretto possa essere un grandangolare, il suo utilizzo è da escludere per i primi piani, a meno che non si intenda ottenere un effetto caricaturale. Per contenere le aberrazioni stesse, non si possono avere aperture di diaframma a livello delle ottiche standard.
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